Ieri, presso l’Università di Ferrara, è stata presentata la proposta sperimentale per l’accesso al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia per l’anno accademico 2019/2020.
Dal momento che il metodo attuale di selezione a quiz per Medicina presenta riconosciute e condivisibili criticità, tra cui non ultima la paradossale condizione di svantaggio degli studenti provenienti dai Licei, in particolare dal Liceo classico, che rappresentava nel passato (insieme al Liceo scientifico) la fonte principale di iscritti, il Rettore dell’Università di Ferrara Prof. Giorgio Zauli ha esposto la proposta operativa di cambiamento che può essere riassunta nei seguenti punti:
- preselezione a sportello di 600 studenti, immatricolati puri (che non siano stati in precedenza iscritti ad altri corsi di studio) entro il 15 agosto 2019 in possesso a) di test attitudinale di autovalutazione on line, gratuito, non computabile ai fini dell’ammissione (ma che potrebbe scoraggiare coloro che non mostrino attitudine per gli studi medici, b) di test di conoscenza di lingua inglese, in considerazione della massima diffusione in tale lingua di testi e/o pubblicazioni di medicina;
- lezioni da settembre a novembre 2019 riguardanti 1)Fisica medica e informatica; 2) Biologia e genetica medica; 3) Istologia e anatomia umana I;
- esami di profitto entro il mese di dicembre 2019, svolti secondo modalità scritta (con eventuale prova orale integrativa) in modo da minimizzare le possibili difformità di giudizio, con due appelli;
- accesso al secondo semestre solo di coloro che hanno superato tutti e tre gli esami di profitto con una media complessiva pari ad almeno 27/30;
- gli studenti che non superano lo sbarramento alla fine del primo semestre potranno proseguire gli studi di Biotecnologie Mediche vedendosi riconosciuti tutti i crediti acquisiti.
A differenza del modello francese, non è previsto alcun limite massimo prefissato per gli studenti che possono accedere al secondo semestre del primo anno di Medicina e Chirurgia.
Alla presentazione è seguita Tavola rotonda cui hanno partecipato il Prof.Paolo Miccoli, Presidente ANVUR, Prof. Andrea Giustina, Prorettore Università Vita-Salute San Raffaele, Prof. Andrea Lenzi, Presidente Associazione CLM, Prof. Armando Bartolazzi, Sottosegretario al Ministero Salute, Sen. Mario Pittoni, Presidente della VII Commissione permanente istruzione pubblica del Senato, Sen. Maria Domenica Castellone, membro XII Commissione permanente Igiene e Sanità del Senato, Prof. Patrizio Bianchi, Assessore Regione Emilia-Romagna e On. Lorenzo Fioramonti, Vice Ministro presso il MIUR.
Durante la tavola rotonda sono stati sollevati dubbi relativi alla numerosità dei crediti da somministrare nel semestre, sui requisiti minimi della docenza, sulla eventuale difficoltà di assicurare a tutti gli ammessi un adeguato percorso per tutti i sei anni, sulla rimodulazione delle materie del primo semestre(introduzione della psicologia clinica?), sulla necessità di lavorare sull’orientamento degli studenti agli ultimi anni di scuola secondaria, sulla opzione di migliorare gli attuali test di accesso, sulla possibilità di estendere la sperimentazione non solo a Medicina ma anche a tutte le facoltà ricomprese nella cosiddetta “Life Science”.
Nella discussione che è seguita, cui ho partecipato attivamente, sono state date risposte adeguate a fugare le iniziali perplessità facendo riferimento soprattutto a) alla possibilità di erogare insegnamenti con ampio uso dell’e-learning che non dovrebbe essere di esclusivo appannaggio delle Università telematiche, b) alla verosimile previsione che una percentuale tra 1/3 e 1/2 dei 600 studenti riesca a superare lo sbarramento con possibilità di ricevere per tutti i 6 anni del corso adeguata formazione, c) alla possibilità di incrementare le politiche di orientamento studenti e d) di rimodulare i crediti del primo semestre.
Ritengo che le conclusioni dell’incontro siano estremamente positive e che la presenza di autorevoli esponenti istituzionali faccia ben sperare nell’approvazione di tale sperimentazione che dimostra una vitalità conservata dell’Università nel fare autocritica in un campo estremamente delicato quale quello della selezione degli ingressi a Medicina al fine di garantire non solo un’adeguatezza numerica ma anche la massima qualità dei futuri medici.