Le scelte economiche in Medicina

EBM: Evidence-based medicine o Economic-based medicine

Da qualche anno questo è il titolo di un seminario che tengo agli studenti di medicina. Il seminario è volto a informare sui cambiamenti dell’impostazione medica degli ultimi decenni basati sulle evidenze che derivano dai grandi trial internazionali più che sulle esperienze personali e su ragionamenti esclusivamente fisiopatologici. Nel seminario sottolineo come evidenza non significhi verità, come i risultati della ricerca vadano analizzati con spirito critico e attualizzati nel contesto della singola condizione clinica del paziente.

Inoltre, richiamo l’attenzione sui rischi dell’influenza economica in ambito medico, rappresentati principalmente da:

  • l’aziendalizzazione del nostro sistema sanitario;
  • le pressioni dell’industria farmaceutica e di device per l’inserimento di preparati e/o prodotti nel contesto delle linee guida.

Cosa cambia in una pandemia?

Ritengo che le considerazioni svolte nel seminario assumano in questo periodo di pandemia da Covid una rinnovata attualità con ampiamento della dinamica evidenza-economia alla politica.

I vaccini AstraZeneca

Andiamo ad analizzare quello che sta succedendo nel settore dei vaccini anti-Covid e più nello specifico per i vaccini AstraZeneca. Sappiamo che un grosso problema della vaccinazione di massa è l’approvvigionamento: le dosi, soprattutto in Europa, scarseggiano. E allora si cercano stratagemmi politici per sopperire a tale carenza aldilà delle evidenze scientifiche.

Possiamo allungare l’intervallo tra prima e seconda dose oltre i 21 giorni canonici previsti nei trial e che hanno dato i documentati risultati di efficacia? Le evidenze direbbero di no, ma i governi sono propensi a farlo. Possiamo somministrare AstraZeneca ai soggetti di età superiore a 55 anni? I trial non danno risposta a questa domanda perché gli studi con vaccino AstraZeneca hanno testato soltanto nel 2/3% dei casi popolazione di età superiore a 55 anni. Eppure anche in Italia, con il beneplacito delle agenzie regolatorie, per sopperire alla mancanza di vaccini Pfizer, si è sia autorizzata la somministrazione di AstraZeneca agli over 55.

I rapporti tra scienza e politica

I rapporti scienza-politica hanno dimostrato tutta la loro criticità in termini di chiarezza e di distinzione dei ruoli nella vicenda dell’interruzione delle vaccinazioni AstraZeneca deliberata dalla Germania e seguita a ruota dalla Francia e dall’Italia, senza che l’EMA (Agenzia Europea del Farmaco) avesse evidenziato situazioni particolari di pericolosità. Allora: scelta politica per non perdere consensi? Oppure scelta economica per favorire un vaccino nei confronti di un altro meno costoso e più maneggevole? Come vedete gli interrogativi rimangono.

Possiamo solo augurarci che gli organi istituzionali deputati alle valutazioni scientifiche siano preservati nella loro autonomia ed indipendenza senza interferenze di tipo economico e politico. Ognuno svolga il ruolo che gli è proprio, scienziato, industriale, politico, senza deleterie complicità che compromettono la credibilità delle rispettive istituzioni di appartenenza e che rappresentano la variante del virus più pericolosa perché rischia non solo di perpetuare questa pandemia ma, soprattutto, di minare le fondamenta scientifico-culturali della medicina.