Queste due parole si possono coniugare e declinare in diverso modo.
Il primo: sono tifoso della Roma fin dalla tenera età con il mio cuore tutto per questa squadra. Mia è stata l’ammirazione profonda per grandi calciatori che hanno militato in questa squadra a cominciare, ricordo, da piedone Manfredini per continuare con Bruno Conti e Falcao senza naturalmente dimenticare il grandissimo capitano Totti. Quest’ultimo tra l’altro è stato molto vicino a noi in campagne di sensibilizzazione per la prevenzione cardiovascolare, scrivendo la prefazione del mio libro “Il cuore dei giovani”.
Il secondo: il cuore di molti Romani batte per la Roma e l’accompagna nel suo percorso con grande sentimento e passione sia nei momenti felici sia nelle difficoltà.
Il terzo: la Roma come squadra attualmente sembra non avere cuore e aver perso la sua identità: non esiste un vero leader trascinatore dei calciatori e l’impegno sembra estremamente diluito e annacquato. Personalmente la vedo più come una società per azioni in cui le dinamiche sono prevalentemente di natura economica.
Il quarto: come sapete non sono soltanto un tifoso della Roma ma la mia professione è quella di professore di cardiologia e di cardiologo. Sotto questa mia veste mi permetto ironicamente di mettere in guardia sulle potenziali conseguenze negative sull’apparato cardiovascolare dell’assistere in diretta alle partite della Roma, viste le ultime disastrose performance: potrebbero insorgere palpitazioni e rialzi pressori inopportuni. È chiaro che quest’ultima affermazione è amaramente scherzosa e provocatoria: la Roma è stata ed è una grande squadra per la quale il cuore di moltissimi romani, e non solo, batte e si emoziona.
Forza! Tutti noi vorremmo vedere il recupero di uno spiccato senso di appartenenza e di una rinnovata identità con l’orgoglio e la consapevolezza di squadra che rappresenta la Capitale.