L’importanza del fattore tempo e della valutazione della dinamica dei fatti.
Sperando di farmi capire anche da chi non segue il calcio e le sue regole, vorrei raccontarvi quello che mi è capitato oggi e le considerazioni e riflessioni che sono nate da questo episodio. In un momento di relax stavo assistendo alla partita SPAL-Fiorentina: c’è un contatto in area della SPAL e nell’azione successiva, sull’altro fronte, dopo circa un minuto un giocatore della SPAL va in goal portando la squadra in vantaggio (2 – 1).
Sembrava tutto normale, ma che succede? L’arbitro della VAR richiama l’arbitro di campo invitandolo ad esaminare il contatto in area della SPAL. In base a questa valutazione l’arbitro di campo annulla il goal della SPAL e concede rigore alla Fiorentina che così passa a sua volta in vantaggio, stravolgendo nell’arco di un minuto l’andamento della partita, con conseguenze psicologiche a carico dei giocatori della SPAL che ben potete immaginare.
Per carità, il regolamento è stato applicato nei minimi particolari, ma con un eccessivo ritardo tra l’evento e la valutazione del VAR, dal momento che c’è stato anche il tempo di segnare un goal. Questo episodio calcistico mi ha riportato alla mente considerazioni che spesso faccio sulle linee guida da applicare nelle diverse situazioni cliniche. Soprattutto in cardiologia, vedi ad esempio le linee guida sull’insufficienza cardiaca acuta e cronica, vengono descritte flow charts di comportamento senza che sia ben definita la tempistica di intervento. Si fa riferimento a parametri quantitativi quali la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa, la quantità assoluta di diuresi nella giornata, ma spesso si dimentica di descrivere le dinamiche fisiopatologiche che portano a quei determinati valori dei parametri vitali e si dimentica di sottolineare i tempi di intervento che soprattutto in situazioni acute sono decisivi. In tal modo le linee guida indicano sì la cosa giusta da fare, ma non i tempi. Sappiamo come nel nostro campo sia fondamentale non solo fare la cosa giusta, ma anche la cosa giusta al momento giusto.
Ritorniamo adesso al calcio: sicuramente era giusto rivedere il contatto in area, se da rigore o meno, ma la tempistica è stata completamente sbagliata: anziché richiamare immediatamente l’arbitro di campo si è aspettato addirittura un tempo sufficiente affinché l’altra squadra segnasse un goal.
Il regolamento VAR e le linee guida sono state rispettate. È stata rispettata l’evidenza, ma quanto lontani dal contesto e dalla reale sostanza dei fatti. Si è stravolta una partita, evento criticabile ma non drammatico. Completamente differente il campo medico in cui, se stravolgiamo l’efficace percorso di diagnosi e cura del paziente affidandoci ad un acritico rispetto delle linee guida, le conseguenze potrebbero essere devastanti.
PS: Per chi non lo sapesse la VAR è la moviola in campo per permettere una più obiettiva valutazione delle situazioni di gioco.