Sono da poco trascorsi 10 anni dalla tragica scomparsa, a soli 37 anni, del pallavolista Vigor Bovolenta, punto fermo della nazionale italiana di pallavolo di Julio Velasco, la nostra nazionale più forte di sempre.
Il 24 Marzo 2012, durante una partita del campionato di B2, Vigor si accasciava al suolo per un malore improvviso e successivamente veniva trasportato in urgenza in ospedale senza però riuscire mai a riprendersi.
La morte cardiaca improvvisa
Si tratta di un classico esempio di morte cardiaca improvvisa, definibile come un evento inaspettato, che insorge in breve tempo (in maniera immediata o fino a sei ore dopo l’insorgenza dei sintomi) in un soggetto apparentemente sano o con una patologia non così grave da giustificare un esito improvviso fatale.
A Bovolenta erano state diagnosticate anni prima delle extrasistoli, ritenute poi, dopo un breve stop iniziale, irrilevanti ai fini dell’idoneità all’attività agonistica.
L’autopsia post-mortem dimostrerà poi che l’atleta era affetto da una grave aterosclerosi coronarica.
Le caratteristiche della morte cardiaca improvvisa nell’atleta
Il caso di Bovolenta fa compagnia a quello di tanti altri atleti scomparsi in maniera prematura e non bloccati tempestivamente dai medici che li hanno valutati.
L’attività sportiva agonistica infatti, specialmente in determinate patologie cardiache, può essere un fattore scatenante di aritmie devastanti che conducono a morte cardiaca improvvisa.
Le principali patologie responsabili di morte cardiaca improvvisa nei giovani fino a 40 anni sono: cardiomiopatie, miocarditi, malattie aritmiche genetiche (che molto spesso possono manifestarsi come morte cardiaca improvvisa), sindrome di Brugada ed anomalie coronariche congenite.
La cosa importante per l’atleta è non trascurare le avvisaglie: lo svenimento (sincope), la sensazione di dolore toracico o di “cuore che va troppo veloce” (cardiopalmo) nell’atleta devono essere indagate in maniera approfondita.
Conclusioni
E’ molto importante per tutti i medici che abbiano a che fare con gli atleti sviluppare una particolare sensibilità verso la patologia cardiovascolare e non tralasciare nessun segnale clinico.
Oggi abbiamo a disposizione una serie di fini strumenti diagnostici (a partire dalla Risonanza Magnetica Cardiaca a finire con le analisi genetiche) che ci consentono di identificare patologie cardiovascolari silenti in maniera efficace.
Dal momento che gli eventi tragici sono causati dalla patologia cardiovascolare, ritengo fortemente che un nullaosta dello specialista cardiologo prima del rilascio del certificato medico-sportivo di idoneità sia di fondamentale importanza.
Sempre in ambito di prevenzione primaria, è importante che anche gli sportivi siano sensibilizzati a non sottovalutare sintomi a carico dell’apparato cardiovascolare.
Infine, come prevenzione secondaria, è fondamentale una diffusione sempre più capillare della conoscenza e della pratica delle manovre di rianimazione cardio-polmonare e defibrillazione di base: una corretta attuazione di queste ultime può essere un salva-vita.