La pandemia provocata dal virus Covid-19 ha stravolto le nostre vite costringendoci a cambiare notevolmente le nostre abitudini.
In seguito al lockdown deciso dal governo italiano ad inizio del mese di Marzo, sono stati vietati gli spostamenti non necessari con una conseguente netta diminuzione della mobilità dei cittadini. Abbiamo visto per giorni città deserte come, forse, non eravamo mai stati abituati prima. Il successo in termini di riduzione della curva dei contagiati è stato senza dubbio molto importante, ma senz’altro molto forte è stato anche l’impatto psicologico ed economico che ha avuto su tutta la popolazione.
Dal 4 maggio è iniziata la cosiddetta Fase 2, con una distensione delle leggi riguardanti gli spostamenti. Abbiamo ripreso ad uscire di casa e a spostarci, anche se ancora con alcune limitazioni. Questo provocherà un nuovo aumento della mobilità dei cittadini, ma che impatto avrà questo sulla diffusione del virus?
E’ recentemente uscita una ricerca dell’“Imperial College London” sull’impatto che questo aumento di mobilità potrà determinare sull’intensità di trasmissione del virus. Il team di ricercatori ha immaginato tre possibili scenari: il primo in cui la mobilità rimane la stessa del periodo della quarantena; un secondo in cui la mobilità torna al 20% del periodo pre-quarantena; un ultimo in cui la mobilità ritorna al 40% dei livelli pre-quarantena. Secondo i ricercatori anche se si dovesse verificare il secondo scenario questo potrebbe causare una nuova crescita dei contagi con un conseguente aumento di decessi, che raggiungerebbero valori molto maggiori di quanto si sia verificato nell’attuale ondata. La situazione sarebbe, ovviamente molto più critica se si dovesse verificare il terzo scenario.
Leggendo questa ricerca sono rimasto molto dubbioso riguardo la sua correttezza, soprattutto per l’approccio relativamente semplicistico e carente di contestualizzazione alla vita reale. I ricercatori hanno infatti fatto stime basate esclusivamente sull’aumento della mobilità senza però considerare come questa si sia modificata alla luce di altre variabili. La strategia per il contenimento della diffusione del virus è formata da un’insieme di norme e comportamenti, di cui la limitazione della mobilità è solo una piccola parte. Accanto ad essa, infatti, ci sono numerosi altri comportamenti che sono stati entrati nella nostra vita quotidiana, dall’uso delle mascherine, guanti e altri dispositivi di protezione individuale alla limitazione degli ingressi in luoghi di aggregazione sociale come bar e supermercati. Penso che questi comportamenti siano quanto meno di eguale importanza rispetto alla mobilità nel contrastare la diffusione del virus. Non dobbiamo quindi essere spaventati dall’aumento della mobilità di per sé ma, rimanendo consapevoli dell’importanza dei comportamenti da seguire, vivere questa conquista di maggiore libertà di movimento come una vittoria nella nostra battaglia contro il virus.
Credo che in questo periodo, forse più di altri, sia necessario porre fiducia nella correttezza e intelligenza del popolo italiano per vivere più sereni questa ripartenza aggiungendo consapevolezza e responsabilizzazione agli astratti modelli matematici.