Non Cultura dell’emergenza ma facile semplicismo propagandistico nell’utilizzo dei defibrillatori semiautomatici in ambiente extra ospedaliero

È approdato in commissione affari sociali il testo del ddl che obbliga le pubbliche amministrazioni a dotarsi di defibrillatori. Tra le novità la modifica della legge 3 aprile 2001 numero 120 con la possibilità di utilizzo dei defibrillatori da parte di personale non sanitario non formato.

Il sottoscritto ha partecipato con grande soddisfazione alla succitata legge numero 120 del 2001 denominata anche legge Monteleone per il primo firmatario, legge che permise una rivoluzione nel campo dell’emergenza cardiovascolare extra ospedaliera con la possibilità di utilizzo dei defibrillatori da parte di personale non medico adeguatamente formato. La modifica della legge 120, che allarga la possibilità di utilizzo anche a personale non medico non formato, si configura come un’inappropriata semplificazione. Le motivazioni di questa mia affermazione sono di due nature: una di tipo tecnico, l’altra di tipo psicologico. Per quanto riguarda la prima, è importante ricordare che la rianimazione cardiopolmonare vede diversi momenti collegati tra loro per ottenere la massima efficacia e la massima percentuale di risultato. La rianimazione cardiopolmonare, anche se vede nella defibrillazione con defibrillatore semiautomatico un momento fondamentale, non si esaurisce con la semplice defibrillazione: infatti, spesso vediamo che è necessario superare i momenti di attesa con un efficace massaggio cardiaco, massaggio cardiaco che deve essere insegnato e deve essere praticato in maniera corretta, massaggio cardiaco che è fondamentale laddove la prima o la seconda defibrillazione non siano efficaci per continuare l’attività meccanica della pompa  cardiaca. A questa prima motivazione sull’importanza dell’insegnamento di tutte le manovre di rianimazione cardiopolmonare, che vedono non soltanto la defibrillazione, si aggiunge una motivazione psicologica, spesso sottovalutata. L’importanza del corso di rianimazione cardiopolmonare che attualmente occupa poche ore è legata anche al fatto che grazie a tale insegnamento e al contatto con i formatori, chi fa il corso acquisisce quella padronanza e sicurezza che permettono di non rimanere immobile e/o attonito di fronte a situazioni drammatiche di emergenza. Dico questo perché anche con l’attuale normativa, quando si vanno ad interrogare coloro che hanno eseguito il corso, il problema fondamentale è quello della disponibilità psicologica ad intervenire.

Nell’ambito dei nove articoli del ddl si fa riferimento anche all’insegnamento della rianimazione cardiopolmonare nelle scuole: tutto ciò è previsto anche dalla legge sulla buona scuola e si stanno attuando programmi formativi che vedono agli ultimi anni delle scuole secondarie l’insegnamento della rianimazione cardiopolmonare con l’utilizzo del defibrillatore semiautomatico e con il rilascio di un patentino ad hoc.  

La legge Monteleone del 2001 ha rappresentato una svolta epocale nel trattamento delle emergenze cardiovascolari, essendo supportata anche da un fondamentale pilastro culturale: non solo l’utilizzo meccanico del defibrillatore ma anche acquisizioni rilevanti per aumentare nella popolazione generale la consapevolezza e la cultura dell’emergenza cardiovascolare. Quest’ultimo ddl, con la modifica che prevede l’utilizzo anche da parte di personale non formato, rappresenta un passo indietro sul piano culturale e non ritengo porterà vantaggi sull’efficacia e l’appropriatezza degli interventi in situazioni di emergenza; soprattutto non amplierà il numero di coloro che realmente interverranno. Purtroppo, anche in questo caso come in altri del momento storico che stiamo vivendo, si preferisce scegliere la via della semplificazione eccessiva e della propaganda più che la via della corretta formazione, informazione e approfondimento culturale. Non vorrei fare la Cassandra ma, se si continuerà su questa strada, gli episodi di fibrillazione, non solo cardiaca, nel nostro paese saranno sempre più numerosi con possibilità estremamente scarse di defibrillazione efficace.